Giulio Vitale – Oiko

“Io riparto, perché non si può restare fermi. Non sono mai rimasto fermo in questi venti anni di attività.

Farò tesoro del presente per essere più forte e più competitivo domani

Una città come campo base e dialogo con l’estero da sempre, dalle prime intuizioni, dai primi lavori. Soddisfazioni professionali sì e clienti importanti anche, il tutto sempre gestito con oculatezza. Tanto da aver fatto fronte a due crisi economiche e ad essere pronti anche a rispondere all’imponderabile.

Siamo abituati a guardare avanti e a fare le cose per bene – commenta Giulio Vitale, a guida dell’agenzia di comunicazione Oiko, da vent’anni, in tandem con Giancarlo Alfani -. Siamo partiti nel 1999 puntando sull’innovazione, sul cogliere il corso dei tempi. In quegli anni prima di questa avventura lavoravo come fonico di palco di gruppi italiani anni ’60 e ’70. Ho girato la Penisola in lungo e in largo, dal paesino calabro alle grandi piazze. Conosco bene lo spirito di questo Paese e so che nessuno come noi è in grado di rialzarsi, da qualsiasi emergenza”.

Spirito imprenditoriale, dunque, stare al passo con i tempi, da quando si andava a casa di un amico per leggere le prime mail, da quando arrivavano notizie, dagli Stati Uniti, del grande mercato in espansione della Rete. “Sì, è tanto tempo fa, pensandoci – aggiunge Giulio Vitale -.  É bello però poter dire che c’eravamo, che abbiamo visto una nuova cosa nascere e che ne abbiamo colto le potenzialità”. Fino a diventare azienda leader nel campo del branding e marketing sportivo.

Abbiamo iniziato fornendo i primi siti Internet ai clienti, erano anni in cui i lavori erano pagati bene, così da avere budget per ulteriori investimenti – prosegue Giulio Vitale -. Mai nulla lasciato al caso, sempre un profilo professionale alto, dall’invio delle prime mail, rispettando canoni che al tempo nemmeno si conoscevano, al lavoro con clienti in America, Svizzera, Germania, Giappone, Cina”.

Da Pescara, dunque, città campo base, alla crescita. “Abbiamo sempre seguito le regole – conclude l’imprenditore -. Non ci interessa chi piange e strilla ma chi si rimbocca le maniche. E in anni di nuova, profonda crisi, siamo pronti ad ulteriori investimenti”.